Già, perché questo bloggo, l’ennesimo,
nel vuvuvu già impestato di fregnacce? Bella domanda davvero.
Iniziamo col dire che questo bloggo
parla di Milano, quindi parla anche di me, che a Milano vivo e ci son nata. E
nasce perché questa città ci ha avuto un bel credito nei miei confronti, negli
anni passati, un debito che ora sto cercando di saldare. Nessun contenzioso col
Comune eh, i miei addizionali li ho versati tutti. Sto parlando di un altro
credito, ossia il debito che ho io nei confronti di questa città. Fino a un po’
di tempo fa la detestavo. Era quasi un giochetto di quelli facili facili parlarne
male: sporca, invivibile, tram in
ritardo, ‘nammerda, buu buu. Buongesù, quanto ero vecchia dentro. E dire
che ero molto più giovane di ora, che mi avvio a incanutirmi e a istradarmi
nell’irreversibile percorso della senectute. E nemmanco si può dire che sia
diventata più saggia, figurarsi, è proprio l’età mentale che scema a vista
d’occhio. Ma di una cosa, nell’oceano della mia vita disgraziatella, vado
dannatamente orgogliosa: il mio amore per Milano. Il mio profondissimo,
commosso amore per Milano. Uscito fuori tutto d’un colpo, in un’estate
difficile in cui Milano ha saputo, più che inaspettatamente, darmi il conforto
e la meraviglia di spazi nascosti, vie belle da lacrima, stanze di musei vuote
in cui commentare lo stupore quasi a voce alta (essì, oltre ad essere un’adulta
incapace son pure picchiatella).
Ed allora l’ho capito, e l’ho capito
tutto d’un colpo: porca puttana, ma
Milano è bellissima!
E l’ho scoperto inanellando una dopo
l’altra una serie di scoperte e visioni da miracolo, cose che a Milano non
ritenevo possibili, offuscata, più che dalla miopia, che comunque è un
problema, da una placida ignoranza e pure da una grandiosissima superficialità che
mi rendevano assai facile dire di questa città peste e corna. Ero proprio una
regazzetta stronza.
Ed ecco perché il bloggo, che è altro
non è che una raccolta di pezzi, più o meno brevi, dedicati ognuno a ogni
singolo posto mediolano conficcato, per una ragione o per un’altra, nel mio quoricino.
E sono proprio quelle ragioni, che saranno qui ripercorse. Una controguida, più
che di Milano, del mio amore per Milano, una registrazione topografica, luogo
per luogo ma senza alcuna sistematicità, del perché e del percome d’un
sentimento assai appassionato nei confronti della mia città e di certi suoi
posti che per me son diventati casa. È
così che provo a sanare il debito.
Quanto al titolo del bloggo, esso è scavallato
dal ritornello d’una canzone degli Afterhours. E in effetti Milano non è la
verità: cacchio, sfido una persona di sano pensiero a dire il contrario. Ma si
tratta semplicemente di ribaltare l’ottica: è il testo di Milano a non essere
la verità, perché è fatto di cose che sono ineludibilmente, obbiettivamente da
incendiare, e non scherzo, anzi son serissima. Infatti bisogna guardare alle
interlinee. Gustare la bellezza spremuta tra le pause del testo, perché è lì
che, per quel che mi riguarda, Milano è bella. E cercare lì la propria
distensione, e farne antidoto alle proprie sconfitte, individuali e collettive,
che personalmente sconto entrambe. Rendere le interlinee il testo e il testo le
interlinee. Ristabilire i rapporti. Perché è così che Milano ti conquista, e la
si conquista, e la si può prendere, e vivere, viverci, farla propria e farne la
propria casa, in ogni angolo, anche se non ci hai una lira nelle tasche (presente!), sgrassata dalla menzogna e recuperata
finalmente accogliente, quinta bella e imperfetta in cui coltivare i propri
amori e i propri odi, i propri entusiasmi e le proprie incazzature, in cui
cercare di vivere dei bei momenti e preparare la lotta… “Ti lascio tutti i miei progetti, le mie
vendette e la mia età”. Lo dice un'altra bella canzone dedicata a Milano.
Milano insomma è tutte queste cose, e per me è davvero
il luogo più bello del mondo.
"Ma la terra con cui hai diviso il freddo mai più potrai fare a meno di amarla." diceva il poeta della rivoluzione, uomo poco incline alla retorica. E infatti non c'è nulla di retorico.
RispondiEliminaE' nel vissuto, buono o cattivo, sereno o doloroso che germinano i sentimenti, che si annodano i legami.
Quindi come non essere d'accordo con le sue conclusioni, mia cara blogger?
Per quel poco che ho vissuto Milano, Milano è un poco anche mia e io un poco anche suo.
Ma se penso a quanto è stato intenso è importante quel poco, a quanto mi ha dato Milano in questo poco tempo, il debito che ho contratto presenta tassi usurai che ben accetto.